Dal seme alla tavolaEducare i giovanissimi a uno stile di vita sobrio, nel rispetto di chi ancora oggi non ha cibo a sufficienza per sopravvivere: questo l’obiettivo di Dal seme alla tavola, un incontro rivolto agli alunni delle scuole elementari e medie della Penisola in programma giovedì 30 aprile negli spazi di Explora, il Museo dei Bambini di Roma. L’iniziativa è promossa dalla ONG Green Cross Italia e dal World Food Programme delle Nazioni Unite e gode del patrocinio del Progetto Scuola Expo Milano 2015 del Ministero dell’Istruzione, pensato per avvicinare gli studenti italiani alle tematiche dell’Esposizione Universale.

Nel corso della mattinata, attraverso giochi, laboratori e attività didattiche, i ragazzi saranno sensibilizzati a tematiche come il riconoscimento del valore del cibo e la necessità di non sprecarlo. E conosceranno il mondo del volontariato e della cooperazione grazie agli operatori delle Nazioni Unite, che illustreranno loro la combinazione di alimenti da portare in situazioni di emergenza.

 

I semi, testimoni di biodiversità

La variabilità della natura e degli alimenti, frutto di millenni di evoluzione” è una delle tematiche sulla quale i ragazzi saranno chiamati a riflettere nella mattinata di giovedì. Dopo il concorso Immagini per la Terra – che ha visto di recente gli studenti confrontarsi su argomenti come l’alimentazione responsabile e la tutela del suolo – Green Cross Italia punta ancora una volta i riflettori sui semi, i principali testimoni della biodiversità sulla terra.

Dalle sementi dipende la riproduzione delle piante e, quindi, la sopravvivenza degli uomini e degli animali; oggi delle circa 10mila varietà esistenti al mondo ne vengono coltivate appena un centinaio, dal momento che l’agricoltura industriale predilige esclusivamente le tipologie più produttive. Le conseguenze sono l’inaridimento dei terreni, la perdita della straordinaria ricchezza offerta dalla natura, lo stravolgimento dei sistemi ecologici, che gravano soprattutto sulla sovranità alimentare delle popolazioni povere.

Una corretta informazione su questi argomenti sin dall’infanzia è fondamentale per formare, in futuro, consumatori consapevoli che la scelta di ciò che portiamo in tavola ogni giorno incide in maniera significativa sulla salute dei popoli lontani: variando spesso l’alimentazione, acquistando i prodotti presso aziende biologiche o piccole imprese che promuovono colture tradizionali e diversificate, ad esempio, stiamo contribuendo a far crescere il benessere dell’intero pianeta.

Dare il giusto valore al cibo nel rispetto di chi non ne ha

805 milioni di persone nel mondo, secondo i dati diffusi dall’ONU nel settembre scorso (Rapporto SOFI 2014), non hanno viveri a sufficienza per condurre un’esistenza sana. Nei Paesi ricchi, invece, ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo finiscono tra i rifiuti (dati Barilla Center for Food and Nutrition). Un divario, quello tra fame ed eccesso – uno dei grandi temi dell’Esposizione Universale in partenza tra pochi giorni a Milano – che riguarda ciascuno di noi, basti pensare nelle case italiane si butta via una quantità di alimenti che supera di cinque volte quella sprecata dal settore agricolo, industriale, della ristorazione e della distribuzione.

Bambina al mercatoSe per noi abitanti dei Paesi industrializzati il pasto quotidiano è semplicemente una ‘parentesi’, un momento della giornata che diamo per scontato, non è così in molti Stati dell’Africa, dell’Asia, del Sud America. Secondo l’Unicef, oltre 200 milioni di bambini nel mondo sono malnutriti: “La denutrizione incide negativamente sul rendimento scolastico dei piccoli alunni e molto spesso influenza anche la loro capacità di generare reddito una volta adulti”, sostiene Vichi de Marchi, portavoce italiana del WFP.

Per questo le azioni del Programma Alimentare Mondiale si concentrano soprattutto sull’infanzia, attraverso la distribuzione di cibo nutriente ai piccoli dei Paesi in via di sviluppo, ma anche mediante campagne informative e iniziative di sensibilizzazione come quella di Roma, pensate per i ragazzi che vivono nei contesti più agiati. Ogni cittadino, infatti, è chiamato a dare il proprio contributo per modificare la situazione attuale e sin dalla primissima infanzia diventa indispensabile educare i più giovani all’adozione di comportamenti sostenibili a tavola.

 

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