A Trieste, terra di piatti raffinati come gli scampi alla busara con il sugo di pomodoro e i dolci gnocchi ripieni di susine, c’è una ricetta dedicata agli amanti dei sapori intensi: i cevapcici, cilindretti di macinato misto (di maiale, manzo e agnello) aromatizzati con abbondante aglio, cipolla e paprika forte. Impastati con vino bianco e qualche cucchiaio di olio extravergine d’oliva – che rende la carne più morbida –, vengono tradizionalmente cotti alla brace, ma c’è anche chi li infarina e li rosola per qualche minuto in padella finché la superficie diventa piacevolmente croccante.
Diffusi anche tra Gorizia, Udine e in parte del territorio austriaco, i cevapcici sono una specialità che il Friuli Venezia Giulia ha ereditato dalla Penisola balcanica, immancabili nei ristoranti di Serbia, Bosnia e Croazia, dove vengono serviti con anelli di cipolla crudi e con la piccantissima salsa ajvar a base di peperoni e melanzane frullate con olio, aglio e peperoncino. Ed è così che li mangiano pure i triestini e i turisti in visita alla città, comprandoli nei caratteristici locali dedicati al cibo di strada che li servono nel panino. Come “Street Food Trieste” in Piazza Duca degli Abruzzi, dove assaggiare altri piatti della tradizione friulana cucinati esclusivamente con ingredienti a km zero – il frico, la famosa frittata della Carnia con patate e uova, il Formaggio Tabor, prodotto con latte del carso triestino, il prosciutto cotto tagliato a mano – e “Rustiko”, in via della Madonnina, specializzato invece nella preparazione di piatti dell’area balcanica, tra cui la sarma, una foglia di vite ripiena di carne tritata, e il burek, una torta salata farcita con carne, cipolla e formaggio.