La zucca in saòr alla veneziana, cotta al vapore e condita con una salsa di aceto, cipolle stufate, pinoli e uva passa; i bigoli, grossi spaghetti impastati a mano, con il ricco ragù di anatra; il sostanzioso codeghin coi fasoi, ideale per la stagione fredda, e la torta di pane e mele o torta moia, un dolce umile ma goloso fatto con ingredienti di recupero. Sono soltanto alcune delle “Ricette dei nonni” veneti che, fino a luglio 2016, saranno protagoniste di “Cucina la crisi”, progetto promosso dall’UNPLI (Unione Nazionale delle Pro Loco Italiane) Veneto in collaborazione con la Regione e le Associazioni dei consumatori.
Partita a settembre, l’iniziativa porterà, fino all’estate prossima, una serie di appuntamenti gastronomici nelle sette province del Veneto, ciascuno dedicato alla degustazione di una particolare specialità regionale. Ma non si può parlare semplicemente di ‘sagra’, perché ogni evento sarà un viaggio alla scoperta dei sapori di una volta e al tempo stesso una piccola lezione di educazione alimentare: i cuochi delle 55 pro loco aderenti al progetto, infatti, prepareranno sotto gli occhi dei visitatori una ‘ricetta dimenticata’ utilizzando prodotti di stagione, a chilometro zero e poco costosi, proprio come facevano tanti anni fa i contadini del Veneto, che con ingredienti poveri davano vita a pietanze sostanziose e buonissime.
Una bella occasione, insomma, per recuperare le consuetudini del passato e tramandarle ai più giovani, per valorizzare i prodotti del territorio promuovendo una cucina sana e sostenibile, ma pure per imparare a risparmiare senza rinunciare al gusto. Come spiega il Presidente di Federconsumatori Veneto, Ermes Coletto: “I piatti dell’antica tradizione erano spesso piatti poveri, ma in questa peculiarità sta la loro forza; l’uso di prodotti a km zero, e la semplicità e genuinità delle tecniche di cottura, oltre a generare benefici per la salute, offrono anche l’opportunità di riscoprire alimenti non più in uso e vecchi sapori dimenticati. E, come consumatori, non dimentichiamo poi anche il risparmio economico che in questo periodo di crisi non è cosa di poco conto”.
I piatti da riscoprire
Tra i protagonisti di “Cucina la crisi” c’è il Codeghin coi fasoi, succulenta pietanza natalizia della gastronomia veneta in cui il cotechino viene accompagnato dai fagioli borlotti, cotti in un tegame colmo d’acqua con burro, rosmarino e salvia. Una specialità da riscoprire sabato 14 novembre ad Alano di Piave, borgo di meno di tremila abitanti della provincia di bellunese, nel corso della “Cena dei misteri” organizzata dalla Pro Loco di Piave.
Nella stessa giornata, a Villanova di Camposampiero, nel padovano, ci sarà spazio per un piatto ormai quasi scomparso dalle tavole del Veneto: poenta e renga, la polenta abbrustolita servita con aringhe grigliate e conservate sott’olio.
E il 12 dicembre a Velo Veronese (Verona), nel corso della “Festa della soppressa”, si potrà assaggiare la minestra di luganeghe di Treviso, un piatto di riso che i contadini mangiavano nelle serate fredde, rendendolo più saporito con la salsiccia fresca. Tra le varie bontà, una che vale davvero la pena conoscere e preparare poi a casa è la torta di mele e pane o torta moia – che nel dialetto locale vuol dire ‘bagnata’ –, che verrà offerta ai visitatori nel corso del Presepio Vivente di Fratta Polesine (Rovigo), ancora il 12 dicembre: un dolce semplice, fatto con pane raffermo ammorbidito nel latte, mele renette a pezzetti, uvetta, canditi e burro, che in passato non mancava mai nelle case dei contadini durante le domeniche invernali. Il calendario completo degli appuntamenti con tutti i piatti da riscoprire è disponibile sul sito ufficiale della manifestazione.