Una storica manifestazione che attrae migliaia di visitatori, in una delle località più belle delle Murge. Il Carnevale di Putignano, il più antico d’Europa, quest’anno compie 620 anni.

Un’ottima ragione per visitare l’incantevole borgo collinare e assistere alle sfilate dei carri allegorici, alle parate delle maschere e agli spettacoli itineranti, portati in scena da musicisti, danzatori e artisti del circo nei caratteristici vicoletti.

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Un fine settimana nella cittadina del barese rappresenta, naturalmente, l’occasione per assaggiare le tante specialità culinarie della generosa Puglia. A cominciare dalla “farinella”, una farina ricavata da ceci e orzo abbrustoliti, simbolo della gastronomia di Putignano, che è anche il nome della maschera ufficiale del suo Carnevale, ideata negli anni Cinquanta dal grafico Domenico Castellano. Ottenuta in passato pestando i legumi in un mortaio, ha rappresentato per secoli l’unico cibo dei contadini, che la mangiavano direttamente in polvere, con fichi secchi, erbe aromatiche, cipolle selvatiche, purea di fave. Dalle classi più abbienti era consumata sulla pasta al sugo, sulle patate lesse, con la frutta di stagione e persino come dolce, unita allo zucchero. Ai giorni nostri le famiglie del posto la mescolano al sugo di pomodoro e ad altri intingoli, oppure la versano a pioggia nel brodo vegetale fino a ottenere una consistenza pastosa.

Facendo tappa nelle osterie e nelle locande del centro storico è possibile poi gustare i piatti semplici e corposi della tradizione pugliese, come le orecchiette o gli strascinati – una pasta fatta in casa dalla forma allungata e concava – con le cime di rapa, la salsiccia a punta di coltello dell’Alta Murgia, i torcinelli alla griglia – involtini di interiora di agnello avvolti nel budello – e le alici “arraganate”, insaporite con prezzemolo, mollica di pane raffermo, aglio, olio e poi cotte in forno.

L’Altopiano delle Murge

Da Putignano vale la pena concedersi qualche escursione nelle Murge, un enorme altopiano carsico che degrada dolcemente verso il mare, esteso su una superficie di 4000 chilometri quadrati, tra le province di Bari, Barletta, Taranto e Brindisi, fino a Matera, in Basilicata. In questo autentico paradiso naturale convivono felicemente aree protette, come il Parco nazionale dell’Alta Murgia e la Riserva delle Murge Orientali, e costruzioni ricche di storia, come i trulli di Alberobello, di origine preistorica, dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, e Castel del Monte, ad Andria, fatto edificare nel XIII secolo da Federico II.

Le Murge sono anche un luogo del gusto che offre eccellenze riconosciute in tutto il mondo, come il pane di Altamura, il fallone di Gravina in Puglia, un delicato formaggio fresco prodotto con latte ovino e caprino, e la golosa burrata, composta da un involucro simile alla mozzarella farcito con la stracciatella, un morbidissimo ripieno a base di crema di siero di latte e pezzi di pasta filata.

Il Carnevale di Putignano e la Campana dei Maccheroni

La nascita del Carnevale di Putignano è legata alla traslazione, avvenuta nel 1394, delle reliquie di Santo Stefano dall’Abbazia di Monopoli alla Chiesa di Santa Maria la Greca di Putignano – dove sono tuttora custodite –, operata dai Cavalieri dell’Ordine di Malta per proteggerle dalle scorribande saracene. I contadini lasciarono il lavoro nei campi e festeggiarono quell’evento eccezionale ballando e cantando, in un alternarsi di sacro e profano. Ancora oggi, per ricordare l’avvenimento di seicento anni fa, il Carnevale inizia il 26 dicembre, con le Propaggini, una festa durante la quale i poeti declamano versi satirici in dialetto. Il Carnevale vero e proprio comincia due settimane prima del Mercoledì delle Ceneri, con le sfilate dei carri – quest’anno dedicati alle opere di Giuseppe Verdi nel bicentenario della nascita –, gli spettacoli e le danze.

Il Martedì Grasso, infine, per segnare la fine dei giorni di abbondanza e l’inizio della Quaresima, viene celebrato il “Funerale di Carnevale”, ovvero di un maiale di cartapesta bruciato nella piazza di Putignano, mentre una campana – detta “dei Maccheroni” – batte 365 rintocchi e la folla mangia pasta e beve vino.

 

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