Un borgo magico e unico per il suo aspetto urbanistico, Cantalice, in provincia di Rieti, si sviluppa in altezza lungo un ripido sperone di roccia e culmina nella caratteristica chiesa di San Felice.

Chi preferisce salire a piedi i 350 scalini che conducono nel cuore del borgo antico, può ammirare le particolari case in pietra, le scale, le fontane e le piccole chiesette che circondano la scalinata. Per chi invece preferisce una passeggiata nella natura, Cantalice è caratteristica per i mille sentieri molto suggestivi e per i percorsi naturalistici che conducono fino alla Leonessa, uno splendido centro adagiato a circa mille metri di quota, e al monte Terminillo.

A Cantalice vengono preparate proprio come si faceva un tempo le strengozze, un particolare tipo di pasta fatta rigorosamente a mano. Prodotto “povero” realizzato con farina, acqua e sale, sono tipiche del comprensorio Spoletino, ma nel tempo le strengozze si sono diffuse anche in tutta l’Umbria, nelle Marche e nel Lazio, da qui i nomi stringozzi, strengozzi, strangozzi, nel ternano, ciriole.

strengozze

 

Si realizzano stendendo una sfoglia, spessa tra i 2 e i 4 mm, di pasta di farina di grano tenero, la sfoglia è poi tagliata a strisce di forma quadrata o rettangolare, di circa 4 mm di larghezza e la lunghezza di circa 30 cm.

La forma richiama quella delle stringhe da scarpe, dal cui nome alcuni pensano derivi quello degli “strangozzi”. In particolare, secondo tale ipotesi, il nome deriverebbe dalle stringhe che venivano usate, nello Stato Pontificio, dai rivoluzionari per strangolare i preti e sarebbe quindi il risultato di una fusione di “stringa” e “strangolare”, da qui anche le varianti “strozzapreti” o “strangolapreti”.

Nel 2006 la Regione Lazio ha riconosciuto le “Strengozze Cantaliciane” come prodotto tipico tradizionale e le ha inserite nell’Elenco dei Prodotti Tipici Tradizionali dell’Arsial Lazio.

 

 

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