AssisiPercorsa da migliaia di pellegrini all’anno, la Via di Francesco, un cammino tra spiritualità, natura e arte che attraversa i borghi dove il Santo di Assisi predicava, i conventi da lui fondati e i luoghi dove si rifugiava in preghiera, non è solo un viaggio di fede ma anche un itinerario del gusto.

Lungo la strada che porta ad Assisi, infatti, si possono assaggiare alcune delle più note specialità umbre come il pane di farro e di grano duro prodotti nelle campagne tra Bevagna e Cannara, nel perugino, con farine macinate su pietra e lievito madre; le lenticchie di Castelluccio, coltivate senza pesticidi, che mantengono un elevatissimo contenuto di proteine, minerali e vitamine; il Roccaccio, un pecorino stagionato per oltre 500 giorni, già consumato in epoca medievale.

Ai pellegrini che a piedi, in bici o a cavallo percorrono gli antichi sentieri della regione, i ristoranti, gli agriturismi e le strutture ricettive della zona – dal 2011 riuniti nel Consorzio Umbria e Francesco’s Ways – offrono cibi a chilometro zero, frutta e ortaggi di stagione, salumi e formaggi lavorati nelle aziende del territorio: un menu salutare, sostenibile e ‘a basso impatto’, insomma, pensato per valorizzare il modello della dieta mediterranea, promuovere l’operato delle piccole imprese locali e salvaguardare l’ambiente.

 

Un menu “sano, tipico, etico e buono”

Olio extravergineProsciutto di cinta senese Miele biologico

Il progetto menu del pellegrino si fonda su un’indagine storica circa l’alimentazione nel Medioevo – spiegano dal Consorzio Umbria e Francesco’s Ways –, con particolare riferimento ai regimi alimentari delle classi più povere della popolazione, cui si ispirava lo stile di vita dei pellegrini, sostenuti dall’accoglienza caritatevole di monasteri e ospitali”. Fermarsi a mangiare in uno dei ristoranti del Consorzio – circa un centinaio – vuol dire assaggiare i prodotti tipici delle terre che si trovano lungo il cammino, insieme ad alimenti stagionali e poco impattanti sull’ambiente, salutari e sostenibili. Un menu che le aziende del territorio definiscono “sano, tipico, etico e buono”, in cui sono racchiuse eccellenze come l’olio extravergine biologico della “DOP Umbria – Colli Assisi-Spoleto”, che nasce nell’azienda “Sorelle Zappelli Cardarelli” di Trevi, dove le olive vengono raccolte a mano e lavorate a freddo entro le 24 ore; il corposo rosso Todi Sangiovese DOC della “Cantina Tudernum”, affinato per otto mesi in botti di rovere, che si abbina a sughi di carne, insaccati e arrosti, o il più delicato Bianco del “Castello delle Regine” di San Liberato di Narni, un vino aromatico e fresco ottenuto dalle uve Chardonnay, Sauvignon, Riesling e Pinot Grigio.

E poi i cereali e i legumi della “Valle dell’Oasi” di Castiglione del Lago, immersa nell’Oasi Naturalistica del Lago di Montepulciano, tra l’Umbria e la Toscana, dove si coltivano il grano, l’orzo, il mais, il miglio, i ceci e le cicerchie, le lenticchie e la pregiata Fagiolina del Trasimeno, Presidio Slow Food, che si caratterizza per le piccole dimensioni e la consistenza tenerissima e si mangia lessa, con olio e aglio, oppure cotta in un tegame con pomodoro e aglio. Tra i sapori da scoprire ci sono ancora i prelibati salumi di Cinta Senese – prosciutto crudo, pancetta, capocollo, salame – della “Fattoria della Madonna del Salice” di Collevalenza di Todi, ricavati dai suini allevati allo stato semibrado e alimentati con cereali, ghiande e radici, e i mieli di millefiori, acacia e castagno della Società agricola “Le Guardie”, che sorge a pochi passi da Perugia, sulle rive del Lago Trasimeno, dove gli apicoltori si dedicano all’allevamento di api di razza ligustica e nera sicula.

E per coloro che scelgono il menu da asporto, da aprile i piatti saranno confezionati all’interno di uno speciale “Kit del pellegrino” ecologico, realizzato dal Consorzio in collaborazione con l’azienda novarese Novamont: una lunch box in cartone riciclato, corredata da bicchieri e posate in bioplastica compostabile, che possono essere smaltiti nell’organico, permettendo così di ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati e il loro impatto sull’ecosistema.

 

Il fascino della Via di Francesco

Santuario Chiusi della VernaSpoletoFonti del Clitunno

La Via di Francesco è un percorso dal profondo fascino, dedicato anche a tutti coloro che amano camminare o pedalare tra incantevoli paesaggi naturali e vogliono conoscere le bellezze del Cuore verde d’Italia. La meta finale è il Sacro Convento di Assisi con la tomba del Santo, ma gli itinerari per giungervi sono diversi: il Cammino di San Francesco da Nord, ad esempio, parte dall’Ermo della Verna, a pochi chilometri da Chiusi della Verna (Arezzo), in Toscana, dove il Santo ricevette la stimmate nel 1224, e approda poi in Umbria, nella riserva dell’Alpe della Luna, un territorio boschivo abitato dalla fauna tipica degli Appennini – cinghiali, caprioli, daini, lupi –, nella Valle del Tevere e infine nella conca di Gubbio, solcata da strade e fossati di epoca romana. C’è poi il Cammino da Sud, che inizia nella Valle Reatina, chiamata ‘santa’ perché ospita ben 23 conventi francescani, prosegue nella Valnerina, tra i comuni di Visso e Narni, e poi si snoda nella Valle di Spoleto, una zona occupata da numerose abbazie, pievi e conventi, fino al territorio di Foligno e al Monte Subasio con le Fonti del Clitunno, cantate da Virgilio e Carducci. Per conoscere i vari percorsi nel dettaglio è possibile visitare il sito ufficiale del Consorzio.

 

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