I Mondiali di Calcio, che saranno seguiti in tv da milioni di persone, non rappresentano solo un importante appuntamento sportivo ma anche culturale e gastronomico, perché attraverso le trasmissioni legate allo sport si parla anche di cibo, sia locale che quello consumato dagli sportivi. Il nostro Ministero delle Politiche agricole in collaborazione con la Figc ha addirittura promosso una campagna sui prodotti alimentari italiani.
E così per chi è in Brasile per assistere le partite ma anche per chi le segue da casa i Mondiali diventano occasione per conoscere la gastronomia brasiliana – e, perché no, per sperimentare qualche piatto. Una cucina che incarna lo spirito di questo popolo, traboccante di colori e sapori forti, nata dall’incontro di tre popoli: gli indios, che consumavano principalmente manioca (un tubero originario dell’Amazzonia) e patate; i portoghesi, che con la colonizzazione del XVI secolo introdussero carne e pesce; gli africani, che giunsero sulle coste dal 1550 al 1580, per lavorare come schiavi nelle piantagioni di caffè e zucchero, e portarono con sé noci di cocco e olio di palma.
I piatti da non perdere
I piatti da non perdere
Il Brasile è un Paese sterminato (si estende su una superficie che supera gli 8,5 milioni di chilometri quadrati) e ogni zona ha perciò i suoi piatti tipici. Per i fortunati che in queste ore stanno volando in Sudamerica, ecco quelli da non perdere – da accompagnare alla Caipirinha, il famoso cocktail alcolico a base di cachaça (un’acquavite ottenuta dalla distillazione della canna da zucchero), lime, zucchero bianco e ghiaccio, o dallo sciroppo di guaranà, una pianta amazzonica dalle proprietà energizzanti:
Feijoada. La “fagiolata” è il piatto più famoso della cucina brasiliana, diffuso in tutto il paese, con numerose varianti. È sicuramente una pietanza per stomaci “stomaci forti”: i fagioli lessi (quelli neri, tipici del Centro e Sud America) vanno, infatti, stufati con salsicce affumicate, parti di scarto del maiale (lingua, coda, orecchie), carne bovina secca, aglio, cipolla e abbondante peperoncino. Va accompagnata con arroz branco o farofa, un contorno a base di farina di manioca cotta in padella con olio, pancetta, cipolla e mela o banana a pezzetti.
Churrasco. È una grigliata di carni miste – picanha, costela, maminha de boi (rispettivamente codone, puntina e spinacino di manzo), lombinho (lonza di maiale), coração de frango (cuoricini di pollo) –, che vengono infilzate su enormi spiedi e arrostite. La sua nascita si deve ai gauchos, i mandriani della pampa (le vaste pianure tra il Brasile Meridionale e l’Argentina) che per sfamarsi durante i lunghi mesi lontano da casa tagliavano pezzi di carne e li arrostivano su bracieri allestiti con mezzi di fortuna. Va mangiato nelle “churrascherie”, i caratteristici ristoranti brasiliani in cui il personale passa tra i tavoli con gli spiedoni e taglia la carne direttamente nel piatto di ciascun commensale.
Arroz branco brasileiro. Il “riso in bianco” qui è consumato come contorno, al posto del pane: tostato in un soffritto di aglio, olio e cipolla l’arroz viene ricoperto con acqua bollente salata e cotto fino a quando quest’ultima sarà evaporata.
Carurù. È un piatto unico a base di quiabo, una pianta originaria dell’Africa e coltivata nelle zone calde (anche nella nostra Sicilia), nota anche come gombo o okra, che produce frutti commestibili simili a peperoncini verdi. Nel carurù il quiabo è tagliato a pezzetti e fritto insieme a gamberetti sgusciati, con una salsa piccante a base di peperoncino, aglio e altre spezie.
Vatapá. Tipica dello stato di Bahia, nel Brasile orientale – dove fu importata dagli schiavi africani –, è una crema di gamberetti (freschi ed essiccati) preparata con farina di riso o miglio, latte di cocco, semi di coriandolo, zenzero, azeite de dendê (olio di palma), cipolla, peperoncino e pomodoro.
Acarajé. È un’altra ricetta tradizionale bahiana, uno street food venduto da bancarelle e ambulanti. Si tratta di una sorta di pasta di fagioli rossi, cipolla e sale, fritta nell’olio di palma e farcita come un panino, con il carurù o il vatapà.
Coxinhas de Galinha. Sono golosi stuzzichini (salgadinhos) immancabili nelle feste. Simili agli arancini siciliani nella forma, sono piccoli coni di impasto (a base di farina cotta nel brodo, latte e burro) farciti con pollo, uova, aromi e salsa di pomodoro, impanati e fritti.
Pato no tucupi. Diffusa principalmente in Amazzonia, è una pietanza a base di carne d’anatra, tagliata a pezzi, avvolta nelle foglie di tucupi (la manioca selvatica) e lessata in acqua per molte ore.
Salpicão de frango. È una deliziosa insalata dal gusto agrodolce, preparata con il petto di pollo – che può essere cotto in vari modi (lessato nel brodo o in acqua e aromi, oppure grigliato) – sfilacciato, peperoni arrostiti, piselli lessati, carote, cipolle, mele verdi, uvetta e sedano. Il Salpicão va poi condito con una salsina a base di maionese e senape.
Mandioca frita. La manioca è diffusissima nella cucina brasiliana e in generale in quella sudamericana, ha un alto valore energetico ed è ricca di carboidrati. Il modo più comune di cucinarla è fritta (diventa croccante fuori e resta morbida all’interno); la radice è utilizzata pure come ingrediente del cozido (bollito di carne di vitello e maiale) o della vaca atolada (biancostato di manzo con crema di manioca). Da essa si ricava poi una particolare fecola nota come tapioca.
Nostalgia di casa?
Nostalgia di casa?
Per coloro che, nel lungo mese dei Mondiali, sentissero nostalgia di casa e avessero voglia di alternare churrasco, fagiolata e manioca fritta con una buona pastasciutta, niente paura, il Brasile è ricco di ristoranti italiani. Noi ne abbiamo selezionato alcuni nelle città dove la nostra Nazionale disputerà i tre match dei gironi e nei principali centri che ospiteranno le partite:
– A Manaus – dove l’Italia incontrerà l’Inghilterra, il 14 giugno –, nel cuore della Foresta Amazzonica, “Fiorentina” prepara pizza, pasta e ravioli con ragù alla bolognese; menu analogo per il ristorante dell’albergo “Ibis Manaus”, aperto solo a cena, dalle 19 alle 22.30.
– A Recife – teatro della sfida Italia-Costa Rica del 20 giugno –, “Michelli” vanta tra le specialità persino la parmigiana di melanzane; da provare “Vittorina Pomodoro & Cafè” che serve agli ospiti pasta fatta a mano.
– A Natal – sede dell’incontro con l’Uruguay del 24 giugno – c’è “Pizzapazza”, che ogni giorno sforna numerosi tipi di pizza con ingredienti freschissimi.
– A Rio De Janeiro da non perdere “Fiorino”, che nel menu vanta anche risotto ai frutti di mare e pasta con i porcini, e “Alessandro e Federico Cafè”, con un pranzo a base di bruschette, salumi, pasta e insalate.
– Nella Capitale Brasilia infine segnaliamo “Villa Tevere” – ottimi gli spaghetti con il pesce, l’insalata caprese e il filetto di maiale al marsala – e la “Cantina da Massa” per un buon piatto di pasta o di risotto.