bambino mangia al fast foodHot dog, patatine fritte, hamburger, snack confezionati che contengono additivi e conservanti, bibite gassate: lo junk food non è responsabile soltanto dell’aumento dell’obesità infantile, ma influisce negativamente anche sul rendimento dei più piccoli sui banchi di scuola.

I bambini che consumano spesso ‘cibo spazzatura’, infatti, presentano risultati scolastici meno soddisfacenti dei coetanei che seguono un’alimentazione più sana. La notizia arriva dalla Ohio State University, che ha condotto uno studio su 8.500 studenti statunitensi della stessa età – 10 anni – e pubblicato i risultati sulla rivista scientifica Clinical Pediatrics.

Sottoposti a test di matematica, scienza e lettura, i ragazzini che hanno affermato di frequentare abitualmente il fast-food – da quattro a sei volte a settimana – hanno ottenuto un punteggio inferiore rispetto ai compagni che non lo fanno. La rilevazione è stata ripetuta tre anni dopo, sullo stesso campione di studenti, e ha confermato i risultati della precedente ricerca.

I grassi idrogenati, quelli saturi, gli zuccheri raffinati, i coloranti, il sale, presenti in grandi quantità nello junk food, provocano un vero e proprio ‘rallentamento’ del cervello, tenendo a freno la capacità di apprendimento. D’altro canto il cibo spazzatura è povero di ferro, vitamine, fibre, proteine nobili, ovvero di tutte quelle sostanze di fondamentale importanza durante l’infanzia, perché assicurano al bambino i nutrienti indispensabili per la crescita e il ‘carburante’ necessario per affrontare gli impegni scolastici.

 

La dieta giusta per i più piccoli

bambini_cibo e rendimento scolasticoLegumi (lenticchie, ceci, fagioli, fave, piselli, lupini), frutta fresca e secca, pomodori e ortaggi, verdura, cereali (pasta, pane, riso, mais, orzo, farro, avena), pesce azzurro, olio extravergine di oliva e, ancora, uova, latticini e carne in quantità più limitate. E a merenda, il classico panino con il prosciutto, una fetta di pane o fette biscottate con burro e marmellata, yogurt, biscotti e dolci fatti in casa, come muffin, torte di mele e crostate. La Dieta Mediterranea, considerata dai nutrizionisti la più equilibrata al mondo – perché composta di tutti gli alimenti di cui il nostro organismo ha bisogno – è il regime nutrizionale migliore anche per i più piccoli.

Le sue virtù sugli adulti sono ormai note, ma un recente studio di Gianluca Tognon, ricercatore in ambito epidemiologico e nutrizionale all’Università di Göteborg, in Svezia, ne mette in luce i benefici sui bambini. In una ricerca pubblicata sulla rivista Nutrition Metabolism and Cardiovascular Diseases, Tognon afferma che i ragazzini che consumano cibi ‘mediterranei’ hanno il 15% in meno delle probabilità, rispetto ai coetanei, di diventare obesi o sovrappeso. Il ricercatore ha preso in esame oltre 16mila piccoli di età compresa tra due e nove anni, provenienti da otto nazioni europee (Svezia, Germania, Spagna, Italia, Cipro, Belgio, Estonia e Ungheria). A sorpresa, l’Italia, pur essendo la patria del regime elaborato da Ancel Keys, è soltanto al secondo posto per il consumo di extravergine, ortaggi, frutta & Co. Prima di lei la Svezia, all’ultimo posto Cipro.

 

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