Hot dog, patatine fritte, hamburger, snack confezionati che contengono additivi e conservanti, bibite gassate: lo junk food non è responsabile soltanto dell’aumento dell’obesità infantile, ma influisce negativamente anche sul rendimento dei più piccoli sui banchi di scuola.
I bambini che consumano spesso ‘cibo spazzatura’, infatti, presentano risultati scolastici meno soddisfacenti dei coetanei che seguono un’alimentazione più sana. La notizia arriva dalla Ohio State University, che ha condotto uno studio su 8.500 studenti statunitensi della stessa età – 10 anni – e pubblicato i risultati sulla rivista scientifica Clinical Pediatrics.
Sottoposti a test di matematica, scienza e lettura, i ragazzini che hanno affermato di frequentare abitualmente il fast-food – da quattro a sei volte a settimana – hanno ottenuto un punteggio inferiore rispetto ai compagni che non lo fanno. La rilevazione è stata ripetuta tre anni dopo, sullo stesso campione di studenti, e ha confermato i risultati della precedente ricerca.
I grassi idrogenati, quelli saturi, gli zuccheri raffinati, i coloranti, il sale, presenti in grandi quantità nello junk food, provocano un vero e proprio ‘rallentamento’ del cervello, tenendo a freno la capacità di apprendimento. D’altro canto il cibo spazzatura è povero di ferro, vitamine, fibre, proteine nobili, ovvero di tutte quelle sostanze di fondamentale importanza durante l’infanzia, perché assicurano al bambino i nutrienti indispensabili per la crescita e il ‘carburante’ necessario per affrontare gli impegni scolastici.