L’hanno chiamata Fame Zero, come la sfida lanciata nel 2012 dal segretario dell’ONU Ban-Ki Moon affinché “tutti abbiano accesso a cibo nutriente durante tutto l’arco dell’anno” in ogni angolo della terra. In particolare, dei cinque obiettivi posti dalle Nazioni Unite (zero bambini con deficit di sviluppo sotto i due anni; 100% accesso a cibo adeguato, sempre; sostenibilità dei sistemi alimentari; 100% aumento della produttività e del reddito dei piccoli contadini; zero perdite o sprechi di cibo) condivide l’ultimo, una condizione necessaria perché si realizzino gli altri quattro.
Famezero.com è la community che favorisce l’incontro tra donatori e centri di distribuzione territoriali, per creare un circolo virtuoso in cui il cibo in esubero non vada più sprecato, ma possa essere fruttuosamente impiegato a favore di chi ne ha bisogno. “Ci scandalizza il fatto di sapere che esiste cibo sufficiente per tutti e che il flagello della fame si aggrava nel mondo a causa della pratica generalizzata dello spreco”: questa la motivazione che ha spinto il team di Famezero Onlus a sviluppare la piattaforma, presentata il 16 ottobre scorso a Palazzo Chigi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, alla presenza del Cardinal Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente della Caritas internazionale e stretto collaboratore di Papa Francesco, e di Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei.
“Lo scopo è quello di creare un’applicazione che permetta di aiutare la popolazione inizialmente italiana ma, successivamente, anche mondiale a sfruttare la tecnologia presente sui dispositivi mobile al fine di migliorare la gestione dei rifiuti e degli sprechi alimentari sul territorio” spiegano gli ideatori del progetto, che diventerà pienamente operativo a partire dall’8 dicembre prossimo, quando sul proprio smartphone o tablet sarà possibile scaricare l’app multilingue Famezero, disponibile sia per sistemi Android che per iOS.
Sin da ora però è possibile registrarsi sul sito web, già attivo, scegliendo uno dei tre profili: il “donatore”, cittadini, enti, ristoranti, negozi o supermercati che mettono a disposizione degli altri il cibo avanzato (che nel caso di locali ed esercizi commerciali raggiunge quantità davvero enormi) in perfette condizioni; il “centro di raccolta”, associazioni di volontariato o altre realtà locali che smistano gli alimenti alle persone del territorio che ne fanno richiesta; l’“angelo”, una figura preziosa, che ritira personalmente il cibo offerto dal donatore e lo porta al centro di raccolta. A quanti decideranno di donare sarà sufficiente iscriversi e controllare i punti di raccolta più vicini, pubblicando un annuncio che verrà automaticamente indirizzato all’angelo di zona.