Gli italiani preferiscono sempre di più i prodotti biologici. Nei primi 5 mesi del 2014 i consumi di prodotti biologici hanno registrato +17,3% rispetto al 2013.Al primo posto ci sono le uova, seguono la pasta, le olive e poi frutta e ortaggi. I dati emergono dall’anteprima del Rapporto “Bio in cifre 2014”, elaborato dal Sinab – Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica e da Ismea – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.
Le uova sono il prodotto bio più acquistato, con un’incidenza del 9,5% sulla spesa totale. Poi ci sono la pasta, il riso e i sostituti del pane; poi i prodotti della categoria “zucchero, caffè e tè” e frutta e verdura.
La prima regione per imprese e produzioni biologiche è la Sicilia, seguita da Calabria, Puglia, Emilia Romagna e Lazio. Anche per la carne la scelta cade sempre di più sui prodotti biologici, cioè ovini, bovini e suini che vengono cresciuti con foraggi e mangimi da agricoltura biologica. I principali orientamenti produttivi sono i pascoli, il foraggio e i cereali. Segue, in ordine di estensione, la superficie investita ad olivicoltura.
Ma che significa mangiare bio?
Ma che significa mangiare bio?
Di fatto tutta l’agricoltura, così come gli allevamenti dovrebbero essere biologici. Negli ultimi decenni, però, le tecniche di coltivazione intensiva avevano fatto perdere di vista l’importanza del rispetto di stagionalità e tipicità delle produzioni, nonché aumentato notevolmente l’impiego di energia nelle produzioni. La differenza fondamentale tra agricoltura biologica e quella cosiddetta “convenzionale”, infatti, consiste innanzitutto nella quantità di energia impiegata per realizzare le colture. Energia legata ai processi industriali necessari alla produzione dei prodotti chimici utilizzati; quella dei carburanti per le macchine impiegate nella semina e estrazione delle colture; energia usata per gestire le temperature di coltivazioni intensive fuori stagione. L’agricoltura biologica, invece, pur dovendo ricorrere – per forza di cosa – all’uso di energia, riutilizza i prodotti della lavorazione sotto forma organica. I fertilizzanti sono organici e non chimici, alle colture intensive è preferita la pratica delle rotazioni colturali, contro i problemi delle piante vengono utilizzate solo soluzioni naturali. Mangiare biologico significa scegliere per l’alimentazione quotidiana prodotti provenienti da aziende biologiche.
Italia leader in Europa
Italia leader in Europa
Ormai i prodotti biologici si trovano ovunque, dagli ortofrutticoli come sui banchi della Grande Distribuzione. Nel nostro Paese ci sono 52.383 imprese agricole biologiche (Mipaaf 2013), con un aumento complessivo del 5,4% rispetto al 2012. È in aumento rispetto al 2012 anche la superficie coltivata secondo il metodo biologico, che al 31 dicembre 2013 risulta pari a 1.317.177 ettari (circa il 10% del totale della superficie coltivata nazionale) con un aumento complessivo annuale del 12,8%.
“Siamo leader in Europa nel settore bio – ha commentato il Ministro Martina – e il trend positivo di crescita del comparto sotto il profilo produttivo e dei consumi ne è la conferma. Parliamo di un settore che vale 3 miliardi di euro nel nostro Paese e che riguarda oltre il 10% della superficie agricola nazionale. Durante il semestre italiano di Presidenza dell’Ue lavoreremo sulla riforma della normativa europea sul biologico, sulla quale già nel primo Consiglio dei Ministri dell’agricoltura a Bruxelles si è aperto un positivo dibattito”.
“Il quadro del bio delineato dal Sinab – ha aggiunto il Viceministro Andrea Olivero, che ha la delega all’agricoltura biologica – è positivo e incoraggiante, soprattutto per quella parte di agricoltura ‘green’. La sostenibilità premia: mentre il trend dei consumi alimentari decresce, la domanda del bio risulta in totale controtendenza. Puntare su prodotti eco, innovare i processi produttivi in chiave sostenibile sono i fattori di successo della nostra agricoltura e su questi obiettivi è indirizzata la nostra azione politica”.